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Lettura o scrittura?

È dunque archiviata anche la mia prima settimana senza «Pordenonescrive», il corso di scrittura creativa di «Pordenonelegge». Esperienza davvero bella (aggettivo più che banale, ma così è) ed entusiasmante, tanto che, sabato e domenica, mi è parso quasi strano trascorrere le mie giornate digiuna dalle perlustrazioni letterarie guidate da Gianmario Villalta e Alberto Garlini. Rimangono però i compiti per casa, molto da scrivere e idee da strutturare in vista dei laboratori delle prossime settimane. Direte voi: cosa aspetti? Scrivi! Facile a dirsi, meno a farsi. «Pordenonescrive» ha avuto su di me un effetto collaterale imprevisto, ma altamente prevedibile sin dalla prima lezione: ha aumentato a dismisura la mia voracità di lettrice. Cosa che – secondo effetto collaterale – è stata un salasso per le mie finanze. Ho, infatti, un diligente quaderno degli appunti disseminato di titoli e di autori snocciolati con generosità da Villalta e Garlini. Elenco che si è puntualmente trasferito dal quaderno alle librerie e al web – su lafeltrinelli.it e ibs – per poi materializzarsi sulla mia scrivania. Risultato? Mi alzo ogni mattina all’alba, osservando fedelmente la disciplinata costanza richiesta a chi vuole scrivere, ma le quattro paginette di lettura – che tradizionalmente accompagnano il mio caffè – si sono moltiplicate rosicchiando spazio alla scrittura. Che mi sia sbagliata? Ho forse seguito un corso di lettura, anziché di scrittura? Vabbè finisco i «Soldati di Salamina» di Cercas e poi, prometto, mi rimetto in riga… anche se dalla pila sul davanzale, accanto alla scrivania, c’è già «Questo è il giardino» di Mozzi che occhieggia seducente.

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