ragazza che corre boccia

20 anni fa, «La ragazza che corre»

Sarajevo era per me la città che viveva tra le pagine dei miei libri più cari. Poi, un’estate, sulla strada verso il mare di Dubrovnik, la deviazione. Un «giro lungo» per vederla, toccarla. Da allora Sarajevo è diventata un luogo dove tornare, appena si può. Un luogo familiare, di cui ho imparato a conoscere le strade, i volti e, soprattutto, a riconoscervi le parole dei libri che quella città, anni prima, mi avevano raccontato. E oltre alle parole, antiche e nuove, le immagini, dolorose, della guerra. Esattamente 20 anni fa, il 30 settembre del 1993, in maršala Tita, Mario Boccia scattava «La ragazza che corre». Era la Sarajevo sotto assedio da 17 mesi, violentata dalle bombe e tormentata dal tiro dei cecchini. Oggi Osservatorio Balcani, La Repubblica e Erodoto 108 ri-pubblicano, a 20 anni di distanza, il racconto di quello scatto firmato da Mario Boccia, fotoreporter e giornalista. Le altre foto di Mario Boccia si trovano qui.

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