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Il prezioso esordio letterario di Bronja Žakelj

Ci dà ben poche alternative Bronja Žakelj. Semplicemente – con la sua scrittura avvolgente e una storia densa di vita – ci cattura, tenendoci inchiodati alla lettura, proprio fino all’ultima parola che nelle pagine del suo libro è custodita per noi.
Si legge, dunque, tutto d’un fiato «Il bianco si lava a novanta», l’ennesimo ottimo titolo che la Bottega Errante ha appena pubblicato nella collana «Estensioni», tradotto da Michele Obit. Arriva così in Italia l’esordio della scrittrice slovena che, in patria, è stato un autentico caso editoriale: dalla sua uscita, nel settembre 2018, è andato in ristampa cinque volte e ha vinto il «Premio Kresnik» 2019, il più importante riconoscimento letterario sloveno.
La narrazione – interamente autobiografica – si dipana tra gli anni Settanta e Novanta. Sullo sfondo la Jugoslavia prima e la Slovenia poi. Un tuffo in un passato recente, ma che sembra lontanissimo: ci sono i jeans comprati a Ponterosso, le Filter 57, Vucko e le olimpiadi invernali di Sarajevo 84. E ci sono, naturalmente, Tito e poi la sua assenza.
A raccontarci la vita nel quartiere Vojkova, a Lubiana, è una Bronja bambina che si rivolge a sua madre, Mita. Quella voce infantile, che all’inizio dà conto del mondo degli adulti, cresce di pagina in pagina e diventa – senza che quasi ce ne accorgiamo, grazie a una non banale padronanza di registri – la voce di una ragazza e infine di una donna, irrobustendosi via via della consapevolezza di sé. La storia che ci consegna è quella di una perdita che fa da spartiacque nella vita di una famiglia. Mita, infatti, muore: «Mi pare di sognare, perché fuori è un giorno come tutti gli altri. La gente va al negozio all’angolo e poi ne esce. Davanti alla scuola i ragazzi giocano a pallone, litigano. Nessuno sa che sei morta, nessuno sa che sono rimasta senza di te» dice Bronja incredula.
E poi c’è la lotta feroce per sopravvivere al cancro, ma senza i riferimenti che ognuno in quella battaglia dovrebbe avere accanto. È molto il dolore addensato in questo romanzo, ma ci sono anche ironia e una speranza luminosa, un inno alla vita che ostinatamente lo attraversa. E poi c’è la bellezza dei legami, quelli antichi, come ad esempio con Dada, e quelli inattesi.
Bronja Žakelj sarà a Gorizia il 31 ottobre nell’ambito della rassegna «Il libro delle 18.03», alla Formedil, in via del Montesanto 131/42.
Bronja Žakelj, «Il bianco si lava a novanta», Bottega Errante Edizioni, 277 pagine, 17 euro.

Pubblicato sull’edizione del 9 ottobre 2019 del settimanale «La Vita Cattolica»

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